E’ tempo di partenze.
Non sto parlando di semplici partenze estive. Parlo di partenze definitive.
Quest’ultimo mese è stato caratterizzato da tante colazioni, cene e feste. Tutte avevano un denominatore comune: i saluti!
“Farewell Party”, li chiamano così.
C’è chi ha organizzato intime colazioni di saluti coinvolgendo poche persone. Chi si è ritrovato a partecipare ad una grande festa a sorpresa. Chi ha preferito organizzare da sé un’indimenticabile cena per salutare e ringraziare tutti. Ma ci sono anche quelli che se ne sono andati senza fare rumore, salutando a bassa voce i pochi amici più cari.
Non sono io a partire, purtroppo!
Per ora sono ancora impegnata a sognare la mia prossima destinazione, sperando che il sogno diventi presto realtà.
Le partenze sono momenti importanti.
Due o più anni vissuti nello stesso luogo ti segnano. Ti si imprimono addosso fino a cambiarti.
Non è facile arrivare in un posto nuovo e ricominciare da zero. Ma credo sia ancora più difficile ritrovarsi a salutare tutto ciò che con pazienza e determinazione hai costruito fino a quel momento.
Le partenze cambiano la quotidianità. Sia per chi parte che per chi resta.
Chi parte si ritrova a dover ricostruire da zero un quotidiano fatto di nuove abitudini da disegnare in base a nuovi luoghi e nuova gente.
Coloro che restano invece devono adattarsi ad una nuova realtà fatta di vecchi luoghi, cercando di colmare i buchi lasciati dalle persone che sono partite.
La vita nel compound ti costringe a vivere a stretto contatto con la gente che ti circonda. Che ti piaccia o no, è normale uscire di casa e incontrare gente, fermarsi a chiacchierare, ritrovarsi a salutare persone sconosciute o sedersi a bere un caffè con qualcuno che è arrivato da poco. Nel compound è facile fare amicizia e creare dei legami forti con alcune persone.
In questo ultimo anno ho visto donne diventare mamme o bis mamme. Ho visto neonati crescere e bambini diventare sempre più alti e grandi fino a trasformarsi in veri ragazzini. Insomma, la vita del compound ti rende partecipe delle vite famigliari della gente che ti circonda, come ogni piccola realtà.
Per questo ogni partenza è vissuta dall’intera comunità.
Un pizzico di invidia per una nuova destinazione, magari migliore di quella attuale.
Dispiacere per coloro che si ritrovano presto senza un’amica.
Un senso di smarrimento per chi resta e deve colmare l’assenza.
Abitudini e routine da riscrivere.
Nuove amicizie da costruire.
Cambio di vita per tutti!
Vorrei citare una frase dal libro “Solo bagaglio a mano” di Gabriele Romagnoli:
“Non penso mai alle cose che non posso più fare, penso a tutte quelle che posso ancora fare.”
Un grande in bocca al lupo a tutti coloro che stanno per partire e si ritroveranno a vivere una nuova avventura. Nonché a tutti quelli che restano e devono ricreare e riscrivere la loro routine.
Drusilla, Arabia Saudita
Crepi il lupo!
Il nostro Farewell party è sabato prossimo, dopo 4 anni qui non mi pare vero. Dover ricominciare tutto, ancora, di nuovo…da una parte l’eccitazione, dall’altra lo smarrimento; e, anche se in Italia, per noi è comunque un posto nuovo, una regione, una città mai vissute, ancora lontani dalla famiglia. Ma almeno si parla italiano e si mangia pizza!! 😀 Ma solo per due o tre anni, poi di nuovo si cambia, Italia o estero, chi lo sa…la nostra vita segue i flussi del Navigante e fermarsi alle volte diventa quasi un sogno proibito…
In bocca al lupo per la tua partenza!
Che bello il pensiero finale del tuo post: pensare a ciò che si può ancora fare.
Salutare le persone è sempre difficile, ma chissà quali nuove amicizie ci saranno!!
Grazie! In fondo ogni partenza porta con sé un nuovo inizio…
Anche qui è un periodo di saluti e ne intravedo molti altri all’orizzonte. Oggi mia figlia mi ha chiesto: “però rimarremo lo stesso amici, vero?” e il mio cuore ha sussultato. Non è facile per chi parte, ma nemmeno per chi resta. Spero che il tempo ci aiuti a crearci nuove amicizie e punti fissi, fino al prossimo arrivederci